lunedì 25 gennaio 2016

LA SICUREZZA DI ROMA, A PROVA DI GIOCATTOLO

Qualcosa mi sfugge. Come puó un uomo con un fucile,fino a prova contraria vero, scorazzare per la stazione Termini x quasi due ore senza che nessuno lo fermi? Non ci credo. Innanzitutto per la quantità di polizia e carabinieri che c'è in giro. Secondo poi perchè il panico sarebbe durato molto di più e avrebbe assunto toni molto più gravi.


Mi viene da pensare allora che questa persona, evidentemente poco stabile e lo sappiamo, abbia sorpreso un po tutti e si sia subito diretta verso il treno che poi lo ha portato ad Anagni. 
Voglio dire, non ha tenuto sotto scacco la stazione Termini cone qulacuno dice oggi sui giornali, tanto per fare della polemica inutile. Quindi perchè attaccare per forza il sistema della sicurezza di Roma? Non dico certo, che mi sento protetto, ma nemmeno posso pretendere che le forze dell'ordine sappiano cosa ho sotto il cappotto quando esco di casa. Non esageriamo. Direi anzi che ieri in pochi minuti la stazione è stata evacuata e ripopolata. Dopo 20 minuti dallo sgombero sembrava non fosse successo nulla. Alcuni negozi sono rimasti chiusi un'ora. Secondo me, la macchina della sicurezza ha funzionato. Eccome. 

Il pazzo che tira fuori il fucile e crea il panico purtroppo nn lo potremo mai prevedere. È roba da minority report e poi siamo sicuri che vorremo metal detector ovunque? Io sì. Ma questa è un'altra storia.

martedì 12 gennaio 2016

CIAO SIMONE E SCUSA TANTO QUESTA CITTA’...


Questi sono giorni in cui cara Roma mia è difficile parlare della tua atrocità.

Temperature alte e cielo pulito . Guardarti dall’ Eur, Roma mia, o da Ponte Milvio, dal lungomare di Ostia o dal Pigneto poco conta…sei bella come la più bella delle donne che si sveglia  la domenica mattina e ti abbraccia.

Ma spesso come tutte le donne belle, ti lasci andare alla crudeltà. E a te non risulta difficile, mai.
Era un po’ che non sentivo parlare di ‘pirati della strada’. Una sorta di personaggi mitologici, molto più reali e crudeli invece, di libri o delle astrazioni. Ai giornalisti ricordano un po’ i ricercati alla Far West, alle famiglie falcidiate in una manciata di secondi un po’ meno.  Quando succedono queste cose c’è un attimo, un momento: il lasso di tempo tra l’incidente e l’arresto (che avviene quasi sempre ormai) in cui  mi interrogo. Cosa porta un uomo a scappare? La paura? Beh travolgere e uccidere è come sparare con un pistola…premere il grilletto e uccidere. Quindi non c’è tempo per i moralismi. Cosa starà facendo la persona che ha ucciso? Sarà a conoscenza dei fatti? E’ pentita? Ma soprattutto: come fa a non pensare che magari se si fosse fermata avrebbe potuto salvare la vita alla vittima?...


Ma c’è un altro lasso di tempo che mi resta dubbio quando penso agli incidenti stradali: l’attimo in cui il pirata in auto avverto il tonfo. Il botto. Lo schianto. E consapevole o meno, decide di non togliere il piede dall’ acceleratore o peggio ancora di affondarlo. Ecco. Questo mi manca. Non riesco ad ipotizzarlo nella gamma delle sensazioni provate in questa vita. E non è per dire che io sono migliore di qualcuno. E’ solo per capire che l’umana preoccupazione per il prossimo è un sentimento innato. Il fatto è che non è davvero così….

Non c’è pena per chi sbaglia, colpisce e fugge. Alla stregua di chi getta i bambini dai barconi o di chi picchia un anziano. E non c’è perdono per i forcaioli che come me in questo momento vorrebbero la pelle di qualcuno. Ma preferisco morire forcaiolo e conoscer il nome di chi mi ha condannato a morte. Scelta che qualcuno non ha potuto fare…

Queste quattro righe, anche se non lo conoscevo sono dedicate a  Simone Vizzarro, 31 anni e mezzo, di Guidonia. Quel ragazzo morto così, nella tarda mattinata di ieri, mentre era a bordo del suo scooter al Circo Massimo, in piazzale Ugo La Malfa. Stava andando a lavorare come faccio io tutti i giorni.
Schiacciato da un autobus, trascinato lungo la strada e poi scaraventato contro un Fiorino. Il suo corpo straziato, massacrato è rimasto li in mezzo alla strada a ricordarci per minuti interminabili che seppur abitanti della tanto bella ‘Capitale’ siamo capaci di compiere le più atroci bestialità.


Siamo tutti Simone. Potrebbe capitare anche a noi o a noi potrebbe capitare di trovarci al volante di quel bus.

Ciao Simone e scusa tanto questa grande e piccola città...

mercoledì 18 novembre 2015

C'E' ISLAM E ISLAM, A CENTOCELLE: ARRESTATO 24ENNE PER SPACCIO E DENUNCIATO PER ODIO RAZZIALE, ETNICO E RELIGIOSO

Cosa dicevamo? Proprio questo.

I terroristi potenziali, sono già tra di noi. Bloccare le frontiere non serve.

Vediamo i fatti con il verbale della questura: 



Gli agenti della Polizia di Stato hanno arrestato nel pomeriggio di ieri il giovane musulmano che durante l'ultima puntata della trasmissione televisiva  ‘Quinta Colonna’ aveva rilasciato dichiarazioni con le quali aveva condiviso le ragioni della strage dei giornalisti della testata Charlie Hebdo, nonché accusato i francesi e gli americani della strage del 13 Novembre a Parigi.

L’arrestato, B.S.J., di anni 24, cittadino italiano perché di padre tunisino ma di madre italiana, è stato rintracciato nella moschea di Centocelle.
Nel corso della perquisizione effettuata dagli agenti della Digos della Questura di Roma presso l’abitazione ubicata nel quartiere San Basilio, è stata rinvenuta sostanza stupefacente e alcuni bilancini di precisione.
Nella circostanza sono stati sequestrati documenti in lingua araba, tuttora al vaglio degli inquirenti.
Il predetto è stato inoltre denunciato per propaganda di idee fondate sulla discriminazione e l’odio razziale, etnico e religioso. 


Ora specifichiamo: il ragazzo è stato arrestato per droga, ma attenzione, il blitz in casa sua è stato possibile perchè l'uomo è stato attenzionato nell'ambito dei controlli antiterrorismo. E per le sue dichiarazioni si è beccato un denuncia. Non certo costruiva bombe con la coca.

Per quanto mi riguarda, la mancanza di rispetto per le vittime francesi a me basterebbe per accompagnarlo fuori confine italiano. Sono per la libertà di parola, sempre. Ma in quanto padrone di casa nel mio Paese, posso decidere se accettare o no le dichiarazioni altrui no?



DUE VIDEO, DUE MUSULMANI DIVERSI

Aldilà della rabbia, resta il sospetto. Quello per i nostri concittadini extracomunitari e per tanti musulmani, bravissime persone, che sono nel nostro Paese per lavorare. Ma noi non abbiamo i mezzi culturali e di sicurezza per poter fare un distinguo. Questa città e questo Paese non sono ancora pronti.   



martedì 17 novembre 2015

ISIS A ROMA? ORA DOVETE CONTROLLARCI TUTTI

Roma tra i prossimi obbiettvi dell' ISIS!

"Poeti molto acrobati della rivoluzione, oggi farò da me senza lezione" cantava Fabrizio De Andrè ne 'il bombarolo'. Beh parafrasando quel verso e dopo aver ascoltato centinaia di ipotesi fantasiose e cretine su come reagire agli attacchi dell' ISIS vorrei provare a ribadire un concetto semplice. Non dobbiamo aver paura dell' altro, dobbiamo imparare a gestirlo. Altrimenti faremo il gioco dei terroristi. 
  
Ho viaggiato ultimamente, per questo ho scritto poco. A New York ho visto molte cose che racconterò in prossimi post, quello che visto di pertinente al discorso è la multi razzialità vera di una grande metropoli mondiale. 
Laddove risiede la finanza mondiale, lì dove Al Queda ha messo a segno il più grave attacco terroristico del secondo dopoguerra, lì proprio lì nessuno ha paura di arabi, ebrei, mussulmani . Il motivo è molto semplice: sono tutti super controllati. Al mio ingresso nel Paese, mi sono state prese le impronte di digitali. 

In Italia e a Roma questo avviene? In questa città esistono decine e decine di garage e magazzini adibiti a moschee. Non giudico questo, solo che la sicurezza viene prima di tutto. E se tenere sotto controllo questi luoghi può aiutare le nostre forze dell' ordine ad identificare possibili terroristi, beh allora che questo venga fatto. Le moschee e i luoghi di culto non convezionali non devono esistere, oppure devono essere regolamentati e  super controllati. E' diritto della città di Roma e di tutto il nostro Paese sapere chi sono le persone più ipoteticamente a contatto con ambienti a rischio ISIS. Dove vanno quando hanno finito di pregare? con chi parlano? E' nostro diritto sapere.  

Il controllo sulle frontiere e sull' immigrazione deve sottostare alla stessa regola. Sappiamo davvero quanti immigrati vivono nella città eterna? Lo sappiamo all'incirca, grosso modo. Con esattezza, nessuno lo sa. Non sappiamo dove vivono tutti gli immigrati, dove vanno, chi frequentano. Magari riusciamo, grazie alla polizia, a tenere sotto controllo computers e informazioni scambiate con i cellulari. Ma a Parigi abbiamo visto che l'intelligence può essere facilmente aggirata. Le informazioni possono essere scambiate di persona, tra ragazzi che vivevano da tempo o frequentava Parigi. I francesi, avevano i terroristi in casa, se avessero avuto le frontiere chiuse come sosteneva Matteo Salvini, non avrebbero risolto nulla. 
Ecco il profilo di questi terroristi, ecco perché è plausibile che accada anche a Roma o in ogni parte del mondo. Ecco perché, l'unica difesa che abbiamo contro questi animali è il controllo serrato. 
Telecamere, posti di blocco, censimenti, identificazione digitale. Queste devono essere regole di base di tutti i luoghi pubblici a cominciare dai luoghi più vicini all' Islam. Purtroppo è così, la nostra privacy in pubblico, va sacrificata per un bene più grande, la sicurezza. 
Da qui, tutta la mia solidarietà anche per quei mussulmani, che pagando l'ignoranza generalizzata, si debbono sentire in dovere di dissociarsi da chi fa dell' Islam un bandiera di terrore.  Come se non essere dei kamikaze fosse una cosa così straordinaria. 

domenica 15 novembre 2015

ECCO PERCHE' ORA ME NE VADO... A PARIGI !!!

Se me ne andassi da Roma oggi, sceglierei senza dubbio di andare a Parigi.

Non perchè credo sia meglio di Roma, ma perchè vorrei essere al fianco dei francesi in questo momento così difficile.



Perchè a loro tocca la peggior punizione per un cittadino: ora quella gente ha paura della propria città.  E' una sensazione che per quanto si critico nei confronti di Roma non riesco ad immaginare. Aver paura che la tua città, i suoi vicoli o i suoi locali diventino la tua trappola mortale. Questo deve essere una sensazione orribile. Tanto dolorosa quanto difficile da gestire.


Parigi incolpevole,  i suoi luoghi non istituzionali, quella Parigi fuori dagli obiettivi sensibili, quella Parigi là è diventata la più pericolosa. Pensiamoci. Tenersi lontano dal Parlamento di Roma può non essere così difficile. Non poter andare in nessuna pizzeria o locale affollato, questo ti fa sentire davvero ostaggio del posto in cui vivi.

Il disegno del terrorismo islamico è stato proprio questo. Colpire , far male in questa maniera. Far sentire l' Europa  e la Francia in primis vulnerabile. Instillare il timore, la paura, il terrore. Nelle ore successive alle stragi in strada e al Bataclan, ho pensato tra me, che Parigi non si sarebbe rialzata tanto celermente. Invece no. Avrei voluto essere con i francesi che cantavano la Marsigliese all' uscita dello Stadio, con i musicisti e gli artisti che dedicano canzoni in strada alle vittime, vorrei poter portare un fiore a Place de la Rèpubblique.

Beh quello che sto vedendo in tv o sui giornali è una voglia pazzesca di normalità da parte dei parigini. Tornano nelle metropolitane, nei negozi, insomma provano ad andare avanti. Una ferita del genere non si rimargina in un giorno e probabilmente il dolore lancinante per qualcuno non si placherà in tempi brevi.

Vorrei poter dire che Roma non sarà mai chiamata a tutto questo ma non lo dirò. Perchè se il terrore non ci è concesso per non darla vinta al fondamentalismo, il dubbio se questa faccenda sia finita davvero,  non c'è. Non è finita.

SI parla di Roma tra i prossimi obbiettivi. Non so se crederci, non stiamo partecipando ai bombardamenti in Siria, ma più volte siamo stati minacciati per il nostro impegno internazionael e comunque la rilevanza mediatica che può avere Roma, non l'ha nessuno per il teatrale ISIS .
Spero solo che tutto ciò non avvenga mai.

giovedì 15 ottobre 2015

I LAVORI FORZATI...

...Me ne vado da Roma... perché le pene per chi stupra questa città non sono adeguate...

In queste ore succede che due imprenditori e un funzionario del dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana di Roma Capitale sono stati arrestati con l'accusa di corruzione oltre che di turbata libertà degli incanti (ovvero decidevano loro chi doveva vincere le aste).

Ora, stare qui a dire, che a Roma è il solito 'Magna Magna' sarebbe troppo semplicistico. Purtroppo, il nostro primo problema siamo noi, come può un amministratore pubblico 'addetto allo SVILUPPO e alla MANUTENZIONE urbana, consegnare la città nelle mani del migliore offerente?

Cosa è accaduto? I soggetti coinvolti....Avrebbero condizionato, con un passaggio di denaro, le gare d'appalto per la manutenzione e la sorveglianza delle strade della Grande Viabilità della città.

Tra le gare finite nel mirino c'era anche la prima assegnata dal comune di Roma per il Giubileo ed era stata bloccata ieri dall'Autorità nazionale anticorruzione (Anac).


Questi signori sono: gli imprenditori Luigi Martella ed Alessio Ferrari, e il funzionario pubblico Ercole Lalli. Presunti colpevoli, ma su di loro “gravi indizi di colpevolezza” dicono i carabinieri del NOE.

Secondo le verifiche dell' Anticorruzione, i due imprenditori erano in realtà soci occulti, in pratica entrambe si sono presentati alla gara per la manutenzione e riqualificazione di via Mura Latine e viale di Porta Ardeatina per cui avevano presentato offerte sia la Trevio srl che la Malù lavori srl.

I due imprenditori sono stati pizzicati subito dopo aver consegnato 2000 euro in contanti al funzionario, in cambio di informazioni riservate inerenti le imprese invitate alle gare.

Ora i sentimenti sono contrastanti: gioia per lo scampato pericolo, delusione perchè sempre a Roma succedono queste cose, rabbia perchè un funzionario di Roma si stava vendendo la MIA città.
Quale dovrebbe essere la pena giusta? I domiciliari? 2 anni? 5? L'interdizione perpetua dai pubblici uffici?

Purtroppo non è chiaro a chi lavora nella pubblica amministrazione che lavorare nel pubblico significa lavorare per tutti. Quindi se tradisci questo mandato, sconti restituendo alla collettività quello che hai tolto e per il tradimento consumato, per non aver capito di quale privilegio tu amministratore godevi, te lo farei fare a vita.

Quindi, al funzionario pubblico infedele, lavoro utile per la collettività a vita oltre la pena penale. Vorrei vedere il funzionario di oggi, qualora colpevole, con la ramazza in mano a Tor Bella Monaca. Una pena da girone dantesco.


Chi ruba a tutti, sia punito e sia d'esempio agli altri.


Ma questo non accadrà mai....e per questo me ne vado da Roma....